- Pubblicata il 24/10/2022
- Autore: XXXXXXXX
- Categoria: Racconti erotici trans
- Pubblicata il 24/10/2022
- Autore: XXXXXXXX
- Categoria: Racconti erotici trans
Videochiamate inaspettate - Monza Brianza Trasgressiva
Videochiamate inaspettate
Verona: una città tanto bella quando popolata da gente di poche parole, come la sottoscritta, gente che pensa a lavorare sodo e a godersi, di tanto in tanto, il frutto dei propri sacrifici; certo, le ore passate in ufficio sono molte, e spesso mi ritrovo a fare davvero tardi alla scrivania, rubando del tempo per me e per stare con Alessandro, mio marito da dieci anni. Forse proprio a causa di questo allontanamento la nostra relazione stava attraversando un periodo un po' difficile: il tempo per stare insieme è poco e spesso, dopo una giornata di lavoro frenetica, entrambi abbiamo solo voglia di gettarci sul divano a guardare una serie tv. Non sempre, però, la monotonia regna tra le quattro mura domestiche, a volte ci lasciamo andare e ci divertiamo un po', insieme o per conto nostro, ravvivando il fuoco del nostro matrimonio con qualche piccola variazione sul tema...
Per fare un esempio che mi è rimasto veramente impresso, proprio la scorsa settimana mi sono ritrovata a fare tardi a lavoro, per cui ho chiamato la mia parrucchiera di fiducia, nonché cara amica, Lucia per annullare la mia messa in piega ma lei, molto gentilmente, mi ha detto di venire pure quando il locale era chiuso, mi avrebbe aspettata volentieri. Venuta dal Brasile appena adolescente, Lucia è una transessuale bellissima sui trent’anni, di classe ma anche provocante e sfacciata, e proprio questo suo carattere tutto pepe me l'ha fatta subito risultare simpatica, instaurando con lei una relazione di amicizia molto intima, tanto che in più di un'occasione ci siamo lanciate in qualche appassionato bacio, di fronte ad un incantato Alessandro.
Come promesso, la mia amica mi fece entrare di soppiatto, quando ormai le vetrine erano spente, e si mise a lavarmi i capelli, non prima di avermi offerto un paio di calici di prosecco: dopotutto, siamo o non siamo in Veneto?
Il massaggio delicato di Lucia sulla mia cute, unito ai fumi dell'alcol, mi rilassarono più di quanto mi aspettassi, e mi lasciai sfuggire un sonoro gemito di piacere proprio mentre Lucia mi sciacquò i capelli con acqua tiepida. La mano di lei, però, non si fermò al mio capo, ma proseguì in basso, piazzandosi proprio sul mio seno, sfiorandolo esitante, come a chiedere il permesso. Sapevo che lei era attratta dalle donne, e io sono una trentacinquenne di tutto rispetto, così come lei sapeva che la natura mia e di Alessandro era libertina e trasgressiva, sempre pronta a sperimentare; iniziavo a sospettare che, tra me e lei, quella sera si sarebbe andati ben oltre il solito bacio complice e caldo, con cui ogni tanto ci piaceva scherzare.
Sentivo già crescere dentro di me l'eccitazione, quando all'improvviso ebbi un'illuminazione: presi il cellulare, composi il numero di Alessandro e gli feci una videochiamata, con Lucia che già aveva capito tutto... Quando mio marito rispose, si trovò davanti a me e lei che giocavamo con le nostre lingue che, frenetiche, si davano da fare, l'una nella bocca dell'altra. L'umore del mio uomo, che nel pomeriggio era pessimo quando gli dissi che facevo tardi, sembrò cambiare all'istante, tanto che, dopo essersi goduto lo spettacolo per un po', ci ordinò come proseguire: voleva che la lingua di Lucia leccasse per bene il mio seno, specialmente i miei piccoli capezzoli chiari, quasi dello stesso colore delle tette, cosa che la trans non si fece ripetere due volte. Non aspettando altro, fu velocissima a togliermi maglietta e reggiseno, cominciando a eseguire ciò che Alessandro voleva vedere. I due, che si conoscevano da tempo, sembravano andare d'amore e d'accordo in questa occasione, quindi non passò molto tempo prima che Lucia posizionò lo smartphone sul bancone, in modo da far vedere per bene a mio marito la sua mogliettina che, messa in ginocchio, sfilava la gonna della brasiliana, scoprendo un cazzo davvero enorme.
La mia mano faticava a circondare tutta l'asta di quel mastodontico bastone, tanto era largo, così dovetti usarle entrambe per iniziare a masturbare Lucia, ma già avevo l'acquolina in bocca, perciò dopo pochissimo provai a cacciarmi in bocca quel randello gigantesco, con somma gioia di Alessandro che, dall'altro capo del telefono, era visibilmente alle stelle.
Regalai a Lucia il miglior pompino di cui ero capace, cercando di fargli venire il membro duro come il marmo mentre, con le dita, mi lavoravo le sue palle, vellutate come biglie, che ben presto presi tra le labbra. La mia saliva iniziava a colare dalla mia bocca, mentre la verga della trans diventava sempre più tosta, e andava a bagnare le mie cosce, formando una piccola pozza davanti alle ginocchia, pozza che Lucia mi fece pulire con la lingua, come una severissima padrona; ora ero ai comandi suoi come di Alessandro, e mi sentii una schiava fortunatissima, soprattutto quando mio marito mi impose di mettermi a pecora: dovevo essere scopata come una sottomessa, e dovevo essere scopata forte...
La mia passera non aveva mai ospitato un membro così largo, ma era talmente bagnata che Lucia entrò senza difficoltà, facendomi spalancare la bocca dal piacere appena fu tutta dentro. Dopo un paio di colpi lenti, nel quale mi fece gustare per bene ogni millimetro di quello che aveva da offrire, prese a fottermi sempre più forte, facendomi urlare dal godimento; se un ignaro passante fosse stato attratto dai rumori nel negozio, forse sarebbe riuscito a vedere, tra i fori della saracinesca, una donna avvenente come me che si faceva scopare come una forsennata da una stupenda trans, illuminate dalle fredde luci al neon del locale, rimanendo sicuramente di stucco.
Sinceramente non mi ricordo quanti orgasmi ho avuto in quella posizione, ogni volta che posavo gli occhi sullo smartphone e vedevo Alessandro, che si toccava vigorosamente, non riuscivo a trattenermi e venivo come non mai, ma andavo in estasi ancora di più quando Lucia mi dava dei sonori ceffoni sul sedere, che delizia...
Alessandro però mi voleva zoccola come non mai, così decise: la trans mi doveva sfondare il culo.
L'impresa però si prospettava difficile, il suo cazzo era davvero gigantesco, fortuna vuole che Lucia avesse in borsa una boccetta di lubrificante, doveva capitarle spesso questo genere di avventure, così, sempre messa a novanta, mi godetti quel gran pezzo di carne che, lento ma inesorabile, mi finiva nel sedere. Non sono mai stata una grande amante dell'anal, ma la situazione era talmente coinvolgente che mi ci vollero pochi secondi prima di venire di nuovo, bagnando tutto il pavimento.
Lucia doveva divertirsi un mondo, tanto che pronunciò una serie di frasi in portoghese che non riuscii a tradurre, ma che indovinavo fossero di puro godimento, un piacere che si interruppe al nuovo ordine di mio marito. Da sempre estimatore dei miei deliziosi piedini, volle condividere con la mia amica la mia abilità, così mi fece sdraiare sulla panca di attesa e, con lei in piedi di fronte a me, presi tra i piedi il suo uccello, iniziando a massaggiarlo delicatamente prima, con buon ritmo dopo.
Mentre continuavo a deliziare la fortunata Lucia, ma anche Alessandro, quasi in estasi al cellulare, la brasiliana non smise per un istante di masturbarmi, con un'abilità che mai avrei sospettato: sembrava sapere esattamente cosa volessi, quindi non ci misi molto a venire, di nuovo, fortissimo, con gli spasmi del mio orgasmo che si unirono a quelli del suo, quando mi riversò addosso un bel po' di succo caldo.
Mio marito, nel frattempo, aveva anche lui placato i suoi istinti più selvaggi, e se ne stava come imbambolato davanti allo schermo, con un'espressione da stupido stampata in faccia, si era proprio divertito, ma ora mi aspettava a casa per darmi anche il resto, quindi salutami Lucia, anche lei esausta, e la invitai a passare a casa mia qualche volta; quando mi fui sistemata, ormai alla porta, mi fermò, mi diede un lungo bacio e, con una pacca sul sedere, mi spinse fuori dal negozio, con l'aria fresca di Verona che mi accolse, in netto contrasto con quella caldissima che c'era dentro, grazie ai nostri corpi, uniti e complici come non mai.
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